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Chevroni |
Il progetto "Grandi salite del Trentino" nasce dall'idea di Accademia della Montagna di utilizzare la bicicletta per conoscere le montagne del Trentino. Chi ama la bicicletta macina migliaia di chilometri a stagione, ama farli in compagnia di amici che condividono la stessa passione ed amano poi raccontare l'impresa, il percorso, la fatica e condividere le emozioni. Il progetto è stato condiviso con Trentino marketing che ne ha visto la valenza turistica, con il Dipartimento della Viabilità e il servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale che lo hanno preso in mano in termini di rilevamento dei percorsi, costruzione e posizionamento della cartellonistica permettendone di fatto la realizzazione con professionalità progettuale e grande capacità di azione.
La scelta delle salite è stata fatta dal gruppo iniziale riunito presso Accademia composto da Maurizio Fondriest, Gilberto Simoni, Alessandro Bertolini, Gabriele Buselli, Iva Berasi e Roberto Forcinella, con l'ottica di valorizzare tutto il territorio partendo dai luoghi che sono stati negli anni interessati da tappe del giro d'Italia e del Giro del Trentino.
Insieme per vivere, rispettare e conoscere la montagna di ieri, oggi e domani.
L’Accademia della Montagna del Trentino è una Fondazione promossa dalla Provincia autonoma di Trento, per incentivare la conoscenza del territorio montano, valorizzare il patrimonio dell’arco alpino e la salvaguardia della montagna, in particolare del Trentino.
Il suo compito è inoltre far emergere il valore storico, culturale, socio-economico e sportivo delle attività alpinistiche, sciistiche ed escursionistiche che si svolgono in montagna. Costituita il 21 dicembre 2009, è operativa dal marzo 2010.
I suoi soci fondatori sono:
la Provincia autonoma di Trento, la Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura, l’Università degli studi di Trento, il Collegio Provinciale delle Guide Alpine, l’Associazione Accompagnatori di Territorio del Trentino, il Collegio provinciale Maestri di Sci del Trentino, l’Associazione Maestri di Sci del Trentino, l’Associazione Gestori Rifugi del Trentino.
La presente web-app è stata sviluppata sulla base di BootLeaf, un template per costruire applicazione cartografiche web con Bootstrap 3, Leaflet, e typeahead.js.
Bootleaf è un progetto open source, con licenza MIT, disponibile su GitHub.
Bootleaf è sviluppato da bryanmcbride.com
La base cartografica è stata realizzata da Marco Barbieri di webmapp, con l'utilizzo dei seguenti open-data cartografici:
© Openstreetmap and contributors, con licenza ODbL
© Open Data Trentino, con licenza CC0.
Si segnalano in particolare la salita da Caldaro al Passo della Mendola e quella da Castelfondo al passo di Brez. La prima è una strada dalla storia gloriosa: completata nel 1885, la statale della Mendola collega Appiano e Caldaro alla Val di Non. Già prima del 1900 iniziano le prime gite organizzate in bicicletta e in auto su questa strada panoramica. Grazie alle oltre quaranta corse di automobili organizzate fino agli anni ottanta, la Mendola diventa presto un mito. Da Caldaro si sale verso S. Antonio e S. Nicolò. Nei pressi del ristorante “Kalterer Höhe” la strada si innesta sulla Statale della Mendola e poco dopo si affrontano i primi dei 15 tornanti che si susseguono fino al Passo. Dopo Castel Masaccio segue un lunga salita su rettilineo che porta oltre quota 1.000 metri. Si raggiunge ora una delle parti più particolari e panoramiche della Statale della Mendola, “le roccette”. Qui la strada diventa più stretta e si snoda con una serie di piccole curve tra la roccia scavata per costruire la statale a fine ‘800. Trovandosi a picco sulla Val d’Adige si può godere una vista magnifica sul Lago di Caldaro e sulle Dolomiti. Si affronta ora l’ultima serie di tornanti che con ritmo serrato portano al passo della Mendola a quota 1.350. Con soddisfazione termina la scalata e si raggiunge lo spartiacque amministrativo e linguistico tra la provincia di Bolzano e quella di Trento, tra la Val d’Adige e la Val di Non. Per assaporare a pieno il paesaggio si consiglia di recarsi nei pressi della stazione della storica funicolare della Mendola. La salita al Passo di Brez invece è una strada poco conosciuta e molto intima che collega il paese di Castelfondo in Val di Non con il vicino paese di Lauregno nella provincia di Bolzano. La salita è breve ma molto impegnativa e si snoda tra il bosco su piccole curve e tornanti.
Il territorio della Valsugana e del Lagorai è davvero la meta ideale per gli amanti delle due ruote. Il clima particolarmente piacevole, i laghi di Levico e Caldonazzo incastonati nel verde e la splendida catena montuosa del Lagorai, ricca di boschi e laghetti alpini, offrono l’ambiente perfetto per trascorrere una vacanza in bicicletta. 80 chilometri di pista ciclabile, 300 chilometri di percorsi per mountain bike rilevati con gps e innumerevoli itinerari per bici da strada sono a disposizione per mettersi alla prova su tracciati che arrivano fino a 2.000 m di quota, per poi rigenerarsi con un tuffo nelle limpide acque dei laghi. Tante salite da mito ideali per l’allenamento tra cui la Levico-Panarotta protagonista della 18ª tappa del Giro d’Italia 2014, il Kaiserjägerweg e il Passo Manghen, più volte inserito nel programma della corsa rosa, e strutture ricettive che offrono servizi specifici per il soggiorno di ciclisti. E dopo la grande novità dell’estate 2013 prosegue con successo il progetto “movelo”, l’innovativa rete europea di noleggio di biciclette elettriche di alta qualità per rendere la vacanza su due ruote accessibile a tutti, non solo ai più allenati!
5 milioni di alberi, 12 mila ettari di bosco e 5 mila di pascolo, 2 patrimoni Unesco (le Dolomiti di Brenta e il Sito palafitticolo di Fiavè): questi sono i numeri di quest’angolo di Trentino, la Comano ValleSalus, da poco riconosciuto anche quale Riserva della Biosfera Unesco grazie all’enorme biodiversità che lo caratterizza. Centro termale d'eccellenza per la cura della pelle di adulti e bambini, grazie alle sue preziose acque, la località è diventata anche il punto di riferimento per gli appassionati delle due ruote, bici da strada, Mtb e e-bike, di trekking, di arrampicata e di pesca che trovano qui un’offerta all’altezza delle aspettative. Il percorso segnalato parte dalle Terme di Comano, nel fondovalle, per raggiungere il Passo Durone attraversando il pittoresco paesaggio dell'altopiano del Bleggio, caratterizzato dall’aspetto rurale e lo stretto legame con le tradizioni locali. Lungo i paesi rimangono ancora i segni della viabilità di un tempo: le filagne. Lastre di granito disposte verticalmente a formare dei muretti, servivano una volta a delimitare le strade e i sentieri, ora indicano antichi percorsi da riscoprire attraverso rilassanti pedalate e passeggiate. Il Passo Durone a quota 1.000 metri con la sua conca verde circondata da boschi di conifere è luogo ideale per una sosta ristoratrice gustando le specialità proposte dall’Osteria Passo Durone oppure sdraiati sui pascoli.
Spesso si pensa che per andare in montagna sia necessario avventurarsi lungo strade tortuose, difficilmente percorribili e poco accessibili. In realtà a soli 18 chilometri dall’uscita dell’autostrada del Brennero di San Michele all’Adige è possibile raggiungere un altopiano di grande fascino e bellezza, caratterizzato da un’offerta turistica all’avanguardia per quanto riguarda infrastrutture e alberghi. L’area turistica Dolomiti Paganella è collocata nella parte centro-occidentale del Trentino ed è delimitata ad est dal massiccio della Paganella e a ovest dalle Dolomiti di Brenta. La splendida posizione dell’incantevole Altopiano, ricoperto di boschi e pascoli erbosi, e la ricchezza di risorse naturali hanno favorito nei secoli lo sviluppo di una florida economia agricola. In anni più recenti l’Altopiano ha invece assistito ad un progressivo sviluppo turistico che ha trasformato Andalo, Fai, Molveno, Cavedago e Spormaggiore in rinomati centri per le vacanze estive ed invernali. La loro fama è dovuta in primo luogo alla vicinanza delle imponenti vette delle Dolomiti di Brenta, una delle patrie dell’alpinismo mondiale e al lago di Molveno, il secondo per estensione tra i laghi interni del Trentino. L’offerta turistica è varia e multiforme, centrata sul rapporto privilegiato con la natura e l’ambiente, sempre salvaguardati e rispettati. L’ambiente naturale è d’altra parte una delle maggiori ricchezze della zona, circondata delle maestose vette del gruppo dolomitico di Brenta che, con le sue inconfondibili guglie e con i suoi suggestivi torrioni, offre una miriade di opportunità anche per l’alpinismo, il trekking, l’escursionismo. L’area Dolomiti Paganella offre una via d'accesso privilegiata per chi voglia scoprire le meraviglie di questo ambiente incontaminato, in particolare grazie alle selvagge valli laterali che portano nel cuore del parco, come la Val delle Seghe, la Selvapiana e la Val dello Sporeggio: itinerari affascinanti, in bicicletta come a piedi, permettono l’esplorazione di questa grande area protetta.
Quelle della Polsa e del Monte Baldo sono fra le salite storiche del Giro d’Italia. Era il 24 maggio 1970 quando, fra due ali di folla entusiasta, Eddy Merkx sfrecciava solitario sotto il traguardo di via Roma, a Brentonico, in una tappa del Giro d’Italia che sarebbe passata alla storia. Indossata quel giorno la maglia rosa, il campione belga la conservò infatti fino alla meta finale. Esattamente quarantatré anni dopo, la carovana dei “girini” ha fatto nuovamente tappa sul Monte Baldo e ritrovato la stessa calorosa accoglienza di allora. È stato un altro grande corridore dei nostri giorni, Vincenzo Nibali, a lasciare il segno sull’altopiano, dominando la cronoscalata Mori-Polsa del 23 maggio 2013 ed avviandosi a concludere da trionfatore il 96° Giro d’Italia. La borgata di Mori, da cui inizia la salita per Polsa, ha il suo vanto nel modernissimo velodromo, sede dei Campionati italiani di ciclismo su pista del 2014, all’ombra della mole del santuario di Monte Albano dalla spettacolare parete rocciosa su cui è tracciata una delle più ardite vie ferrate delle Prealpi tridentine. Di fronte a Mori, l’altopiano di Brentonico, occupa il versante settentrionale del Monte Baldo. L’“Hortus Italiae” è noto ai naturalisti di tutta Europa per la ricchezza della flora e la rarità delle sue specie endemiche, risalenti ad epoche preglaciali. L’intero territorio trentino della montagna è stato recentemente costituito in “Parco Naturale Locale del Monte Baldo”. Dalla piana di Loppio, sulla via che conduce al lago di Garda, sale la strada che conduce in Val di Gresta, conosciuta anche come l’orto biologico del Trentino. Capoluogo della Vallagarina è Rovereto. Il suo centro storico di impronta veneziana è un gioiello rinascimentale che ricorda l’impronta della Serenissima tra ‘400 e ‘500. Lungo il viale più scenografico, fra decine di palazzi settecenteschi, si affaccia la piazza del Mart, il polo italiano dell’arte moderna e contemporanea, che espone un patrimonio di oltre 30.000 capolavori del Novecento. Una sezione staccata ospita la Casa d’Arte Futurista, unico museo futurista d’Italia, nato da un’originalissima visione di Fortunato Depero. La Vallagarina è costeggiata da castelli medievali, che ne accompagnano il corso dell’Adige su entrambi i lati. Fra i più importanti, il Castello di d’Avio domina con il suo mastio, la cinta muraria e le cinque torri.
Le valli di Primiero e Vanoi, certificate da Legambiente come “Territorio 100% rinnovabile”, si trovano nel Trentino orientale, nel cuore delle Dolomiti, patrimonio dell’umanità, ai piedi del massiccio delle Pale di San Martino. La grande tradizione di accoglienza di località come San Martino di Castrozza garantisce una vacanza su misura, spaziando dai 650 metri dei borghi di Primiero fino ai 2.000 di Passo Rolle. Sono infinite le attività e le esperienze fruibili in un ambiente naturale d’eccellenza, preservato dal Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino e caratterizzato da aree di straordinario pregio naturalistico come l’incantevole Val Venegia, la splendida Val Canali con il centro visitatori di Villa Welsperg, la Foresta dei Violini di Paneveggio, rinomata per i maestosi abeti rossi e la selvaggia Valle del Vanoi. La consapevolezza di vivere in un territorio senza pari ha portato all’adozione di iniziative locali che prendono il nome di Green Way Primiero e promuovono servizi innovativi a favore di un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. L’attenzione per la tematica Green è cresciuta di pari passo con l’attenzione verso i ciclisti: i Dolomiti S.Mart Bike Hotel ad esempio, sono le strutture che si sono dotati di particolari servizi per incontrare le esigenze dei bikers: deposito chiuso, cassetta attrezzi per i primi interventi, disponibilità di materiale informativo. Gli amanti delle due ruote trovano la possibilità di scaricare le tracce gpx per percorsi mtb o road bike direttamente dal sito www.sanmartino.com e programmare piacevoli soste lungo l’itinerario presso ristoranti, malghe e rifugi dove rigenerare le forze con gustosi piatti della tradizione locale, come la tipica Tosela di Primiero. Tra una pedalata e l’altra, lungo le impegnative salite teatro di importanti eventi come il Giro d’Italia, il giro del Trentino e Transalp, perché non fare dare tregua alla fatica e concedersi un momento di sosta per godere di panorami mozzafiato sulle Pale di San Martino, oppure una visita all’Ecomuseo del Vanoi o a Mezzano, uno dei borghi più belli d’Italia? Scorci inediti e bellezze tutte da scoprire.
La Val di Fiemme è nota per essere uno dei luoghi più interessanti del pianeta per la varietà di rocce che raccontano 230 milioni di anni di storia. Sentieri sinuosi attraversano le foreste di abete rosso e i pascoli fioriti, per inoltrarsi fino ai paesaggi del Latemar, il più antico dei gruppi dolomitici, o del Corno Bianco, punto d’osservazione privilegiato per i tramonti più spettacolari.
A Pampeago c’è il più alto Parco d’Arte d’Europa, RespirArt. Fra i 2.000 e i 2.200 metri di altitudine si incontra un percorso ad anello costellato di installazioni d’arte contemporanea. Poco più su si estende il Latemarium con sentieri tematici, installazioni e piattaforme panoramiche ispirati alle Dolomiti e al suo patrimonio naturalistico. I sentieri e gli impianti i risalita dell’Alpe Cermis conducono alle cime selvagge della catena del Lagorai. Per camminare fra le foreste dei violini, invece, si possono esplorare le cime fra Bellamonte e l’Alpe Lusia. Inoltre, la valle accompagna nel paradiso naturalistico del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, uno degli ambienti che ha favorito l’ingresso delle Dolomiti nella lista dei paesaggi privilegiati dall’Unesco, e nel Parco Naturale del Monte Corno, con le più rare specie di volatili. I suoi boschi sono fra i più accoglienti e ben tenuti grazie alla gestione della millenaria Magnifica Comunità di Fiemme. Si può esplorare la natura della Val di Fiemme lungo comode strade forestali e sentieri in leggera pendenza o intraprendere escursioni verso panorami d’alta quota estremamente vicini ed estremamente diversi. Una delle meraviglie che si fondano sulla particolare composizione mineralogica delle Dolomiti è il fenomeno della cosiddetta “Enrosadira”. La presenza di carbonato di calcio e di magnesio nella Dolomia al tramonto accende le montagne di un colore rosso intenso. Le pareti rocciose sviluppano uno spettro cromatico che va dal giallo chiaro al rosso fuoco, per poi attenuarsi in vari livelli di viola, fino a scomparire del tutto nel buio della notte. L’Enrosadira è una delle peculiarità delle Dolomiti ed è sicuramente uno degli spettacoli naturali più particolari che ci siano. Entrambi i versanti della valle sono perfettamente soleggiati grazie alla sua esposizione Est-Ovest.
L’Alpe Cimbra è innanzi tutto vicina da non credere: basta uscire al casello di Rovereto nord e in 20 minuti di salita si arriva a destinazione. La montagna di Folgaria, Lavarone e Luserna è uno dei più grandi alpeggi d’Europa per estensione. Oggi i paesi di Folgaria, Lavarone e Luserna sono un’alternativa, assolutamente intrigante, ai grandi nomi delle Dolomiti. Quello che colpisce subito è il paesaggio, piacevolmente anomalo rispetto all’immaginario della montagna trentina: grandi aperture e orizzonti sconfinati, fra distese di boschi, malghe con tratti quasi scandinavi, anche se all’orizzonte si stagliano le Dolomiti del Brenta e il più vicino Monte Cornetto, montagna simbolo del luogo. Dietro a queste felici apparenze ci sono solidi significati culturali, poiché da queste parti – soprattutto a Luserna – sono ancora vive nel dialetto locale le radici Cimbre e permangono anche segni importanti lasciati dal dominio asburgico e poi dalla Grande Guerra. I piccoli villaggi sparsi sull’Alpe Cimbra, che fanno da corollario ai due paesi principali, hanno saputo resistere alla velocità della modernità mantenendo vive le antiche arti, mestieri e i sapori della tradizione Cimbra. Ed è Luserna, meglio nota come Lusérn, il villaggio in cui oggi ancora si parla il cimbro (un tedesco antico) – i suoi abitanti circa 300 sono ricompresi tra le minoranze linguiste riconosciute dalla Comunità Europea – e in cui si sono mantenute in maniera più evidente la cultura e le tradizioni cimbre. E su tutta l’Alpe permangono importanti segni lasciati dal dominio asburgico e poi dalla Grande Guerra (Forte Belvedere, Forte Dosso delle Somme, Werk Lusérn). L’Alpe Cimbra di Folgaria Lavarone Luserna è un territorio dall’emozionante bellezza, per la natura autentica, quanto per le tradizioni e le persone che la popolano. Un territorio che offre tantissime motivazioni di vacanza: mountain bike, trekking, nordic walking, arrampicata, arte, storia, cultura, il relax, l’enogastronomia da scoprire nei ristoranti stylish o nelle romantiche malghe e baite nascoste tra i boschi, o nei rifugi alpini in quota.
Un angolo magico, dove il blu del Lago di Garda abbraccia il verde e i profumi della vegetazione mediterranea, con le Dolomiti di Brenta a far da corona un poco più a nord e il Monte Baldo a sud. È qui, sulla sponda trentina del lago più grande d'Italia, che il visitatore può immergersi nella natura, tra castelli ricchi di storia e paesaggi mozzafiato, solcando le onde e inerpicandosi lungo i sentieri di montagna: mille percorsi che si snodano e si intrecciano, per una vacanza dal piacere contagioso, dove un’occasione tira l’altra e l’unico imbarazzo è quello della scelta. Il Garda Trentino è meta prediletta non solo per chi ama crogiolarsi al sole e godersi la vacanza in spiaggia, ma soprattutto per chi cerca la vacanza sportiva al suo meglio. Nell'arco di soli 15 chilometri è possibile praticare infatti tutti i tipi di attività outdoor: dagli sport d'acqua come windsurf, vela, canoa e sup al trekking, dall'arrampicata al canyoning, dalla bici da corsa alla mountainbike, incluse le discipline gravity nel nuovo Bike Park Garda Trentino. Noleggi e negozi con materiali sempre all'avanguardia e delle migliori marche di settore garantiscono attrezzature sempre perfette, mentre le numerose scuole con personale qualificato permettono di provare ciascuna disciplina in tutta sicurezza. A completare la vacanza, l'ospitalità a misura di sportivo nelle strutture Outdoor Friendly, con servizi pensati appositamente per chi pratica sport - da depositi sicuri per l'attrezzatura a colazioni vitaminiche a materiale specifico sempre a disposizione - e la possibilità di assistere ad eventi di portata internazionale: grandi regate, competizioni su due ruote o in parete, festival e campionati offrono un calendario di emozioni per tutti i gusti.
La Val di Fassa, autentico concentrato di meraviglie naturali, si sviluppa, lungo il corso del torrente Avisio, per una ventina di chilometri nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Unesco. Da Moena a Canazei, i comuni più noti della valle posti ai vertici della sua estensione, si sussegue un tripudio di vette, che lasciano letteralmente senza fiato. Catinaccio, Sassolungo, Sella, Pordoi e Marmolada sono solo alcune delle cime più famose della valle, vere icone per escursionisti, climber e ciclisti, d’estate, e di sciatori e appassionati di sport invernali nei mesi freddi, grazie ai suoi 230 chilometri di piste serviti da impianti d’ultima generazione. Gruppi montuosi cuore delle leggende ladine più famose, quelle dei Monti Pallidi e di Re Laurino che avrebbe fatto del Catinaccio, dove si trova il Gardeccia (1.949 metri), punto d’arrivo di questo itinerario ciclistico il suo mitico regno. E proprio il Gardeccia è uno dei luoghi di maggior fascino della valle. La località ai piedi delle Torri del Vajolet, amata dagli escursionisti che da qui intraprendono tante escursioni, è stata anche meta del Giro d’Italia, nel 2011, di uno spettacolare arrivo di tappa che, proprio grazie al tratto finale da Pozza (1.320 metri) a Gardeccia, si è resa memorabile. Ripercorrere questi chilometri ha un sapore speciale per quanti si avventurano lungo le rampe, che da Ronch, passando per il panoramico borgo di Moncion, immettono in una strada in costante salita, tra gli zampilli del torrente e i silenzi del bosco che svela spazi sempre più ampi di roccia del Catinaccio, fino all’arrivo nell’ampia conca di Gardeccia che per bellezza del paesaggio ripaga ogni sforzo. Sono 28, poi, i tornanti che dal centro di Canazei (1.465 metri) salgono al Passo Pordoi (2.239 metri), uno dei più conosciuti e panoramici valichi di Fassa. È davvero emozionante avventurarsi verso il Pordoi, dove si pedala sulla strada costruita ai primi del Novecento da Bolzano a Cortina per dare impulso al turismo in questi territori. Un’ascesa impegnativa che stringe i ciclisti in un abbraccio sempre più a stretto contatto con le pareti del Sella, mentre man mano che si sale, la vista s’allarga verso Sassolungo e Sass Becè. Il traguardo del Pordoi ha, poi, il sapore della storia, dagli scontri della Grande Guerra che sono avvenuti qui, come testimonia il vicino Ossario che accoglie molti caduti, ma pure dell’avventura, con la partenza di tante scalate o percorsi di trekking, e non da ultimo dello sport ,in particolare del ciclismo: strada e passo del Pordoi sono testimoni di importanti frazioni del Giro d’Italia, come ricordano il monumento a Fausto Coppi, ma anche la bici-ricordo di Gilberto Simoni, e la recente stele del Tour de Pologne, che nel 2013 ha visto qui un arrivo di tappa. E a ricompensare della fatica chi arriva in cima al valico, oltre alla soddisfazione, c’è la salita in funivia al Sass Pordoi (2.950 m), alla Terrazza del Rifugio Maria, che offre una vista spettacolare sulle Dolomiti.
La storia leggendaria della salita intitolata a Charly Gaul inizia l’8 giugno del 1956 con la 21ª tappa del 39° Giro d’Italia, la Merano-Monte Bondone: dopo alcune “cime” da conquistare, l’ultima fatica in programma era la montagna che domina Trento - il Monte Bondone appunto – con il traguardo allestito ai 1.650 metri della località Vason. Meteo avverso in una giornata per nulla estiva, pioggia e vento freddo, mettevano a durissima prova i concorrenti e mentre si registravano i primi ritiri (45 gli atleti ritirati a fine giornata su 86 partiti), un giovanotto del Lussemburgo di nome Charly Gaul aveva preso l’iniziativa e si trovava in testa alla corsa. Gaul sfida intemperie, guida con fatica su tratti di sterrato, rompe i freni e usa i piedi in discesa fino ad arrivare al Monte Bondone con la colonnina di mercurio in picchiata. Il lussemburghese, l’Angelo della Montagna da allora, arriva in vetta da solo e semi congelato con il termometro a -4°, la maglia appiccicata alla pelle e il primo posto nella parziale che poi gli vale la vittoria del Giro di quell’anno. E quella salita non poteva che diventare leggenda: da Montevideo a Vason in 17.600 metri, lungo 38 infiniti tornanti e 1.375 metri di dislivello, con pendenza media del 7,8%... d’obbligo per tutti è un pensiero a quell’impresa di quasi 60 anni fa, davanti alle targhe che ne ricordano l’impresa. Il 15 ottobre 2005, infatti, prima a Montevideo e poi a Vason si teneva la cerimonia di intitolazione della salita al campione lussemburghese con la collocazione di due targhe in ricordo degli eventi. Sulle strade di Trento, del Monte Bondone e della Valle dei Laghi nel mese di luglio si corre “La Leggendaria Charly Gaul”, evento nato nel 2006 per commemorare quest’epica impresa e divenuto appuntamento fisso nel panorama delle granfondo internazionali, in quanto unica gara italiana inserita nell’Uci World Cycling Tour.
La Val di Sole, nel Trentino nordoccidentale, è circondata da alcune delle più famose catene montuose dell’intero arco alpino: le Dolomiti di Brenta, recentemente riconosciute Patrimonio mondiale dell’Umanità, il massiccio dell’Adamello-Presanella, i gruppi dell’Ortles-Cevedale e delle Maddalene. Più di un terzo del suo territorio è costituito da area naturale protetta: la zona settentrionale appartiene infatti al Parco Nazionale dello Stelvio mentre quella meridionale al vasto Parco Naturale Adamello-Brenta. La Val di Sole garantisce pertanto una vacanza decisamente all’insegna della “full immersion“ nella natura, offrendo una scelta infinita di escursioni, passeggiate ed innumerevoli opportunità di vacanza attiva: trekking, nordic walking, uscite a cavallo, escursioni naturalistiche e discipline particolarmente insolite ed emozionanti come rafting, canoa-kayak, hydrospeed sul fiume Noce, canyoning e tarzaning. E per rilassarsi in un ambiente davvero incontaminato, da non perdere le Terme di Rabbi e Pejo. Ma un posto sicuramente prioritario è riservato alla bicicletta, in particolare la mountain bike, che permette di andar per boschi su piste sterrate, al bordo dei frutteti o al limite delle nevi, lungo il fiume Noce sulla pista ciclabile, silenziosamente: un modo decisamente nuovo di assaporare la natura. Previsti percorsi per tutti i gusti: dal facile giretto di un’ora nei pressi di Malè al più impegnativo tragitto che porta oltre quota 2.000 ai piedi del monte Vioz. Assolutamente da provare la lunga pista ciclabile della Val di Sole, che si sviluppa quasi per intero lungo il percorso del Fiume Noce, da Mostizzolo a Fucine e da qui verso Vermiglio e Peio, per una lunghezza totale di circa 40 chilometri e un dislivello di circa 1.300 metri, ricalcando il tracciato di antiche strade di collegamento (che risalgono ancora ai tempi preromani e poi al Medioevo) o di strade arginali e di campagna.
Madonna di Campiglio, Pinzolo e la Val Rendena (Trentino occidentale) sono un mosaico di bellezze naturalistiche dove vivere l’esperienza della montagna a 360°. In questi luoghi il paesaggio alpino condensa il meglio di sé: a est si trovano le Dolomiti di Brenta-Patrimonio mondiale dell’Umanità, a ovest si ammirano i ghiacciai scintillanti dell’Adamello e della Presanella, tutt’intorno fa da cornice il Parco Naturale Adamello Brenta con la sua straordinaria ricchezza di flora, fauna, laghetti alpini, cascate e foreste secolari abitate dall’orso bruno. Madonna di Campiglio glamour e moderna, Pinzolo sportiva e famigliare, la Val Rendena rurale e tradizionale. In 25 chilometri, percorribili in 30 minuti di auto, dal punto geograficamente più basso di Villa Rendena (600 metri) a quello più alto di Madonna di Campiglio (1.550), la montagna alpina si presenta in tutto il suo incanto. Paesaggi di rara bellezza sono il risultato del felice incontro tra la natura e il lavoro dell’uomo. Boschi di colore verde intenso digradano dai versanti montuosi verso il fondovalle fermandosi a ridosso di piccoli e caratteristici paesi che svelano, ad uno sguardo attento, tesori nascosti di cultura alpina, religiosa e popolare. Tra le Dolomiti di Brenta e l’Adamello Presanella, il territorio offre oltre 400 chilometri di sentieri per passeggiate e trekking, alcuni espressamente dedicati alla famiglia. Numerosi sono gli sport che vi si possono praticare: dal trekking all’arrampicata, dalle vie ferrate alla mountain bike fino alle splendide passeggiate in libertà o seguendo la tecnica del nordic walking. E ancora il relax della pesca in torrenti e laghi e il parapendio con emozionanti lanci dal Doss del Sabion, il divertimento del dog trekking con simpatici cani husky, tennis (15 campi, di cui 2 coperti) e nuoto (piscina di Spiazzo) in moderne strutture sportive, pattinaggio presso lo stadio del ghiaccio di Pinzolo e golf con due bellissimi green: il Golf Club Campo Carlo Magno a Campiglio e il Golf Club Rendena a Bocenago.
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